Liberamente tratto dal libro “CASTELLETTA e la sua storia” di Dalmazio Pilati (a cura della Comunanza Agraria di Castelletta, 1991)
L’origine di Castelletta
(Km. 21 da Fabriano – mt. 610 s.l.m.)
Le tenebre che molto spesso avvolgono le origini della città e dei paesi si diradano, per Castelletta, solo dopo l’anno mille, allorché la nobile famiglia Gentili, conti di Rovellone, costruì un modesto avamposto fortificato (da qui il nome di “Castelletta”: diminutivo di castello) poco distante dal sito sul quale aveva posto la sua stabile dimora, che de essa prese il nome di “monte di Rovellone” (mt. 841).
Castelletta nasce, quindi, come castello feudale su un’altura (mt. 610 s.l.m.) a ridosso nel lato sud-est del monte Rovellone sovrastante la Gola della Rossa.
Per la sua posizione Castelletta si erge quasi a spartiacque tra la vallata dell’Esino (ad occidente) e (ad oriente) il monte S.Vicino (mt. 1.435).
Il diradarsi delle tenebre, cui è stato fatto cenno, non significa necessariamente che si debba far risalire a tale periodo medioevale l’origine del primo vero e proprio insediamento umano dei Castellettani. Essa potrebbe essere (e molti fatti avvalorano l’ipotesi) antecedente. Il paese, cioè, non è escluso che fosse preesistente e, di conseguenza, di epoca romana.
A questa convinzione ci induce un significativo ritrovamento, nella zona, di un pezzo di scultura marmorea, forse parte di un ornamento, di un fregio di antico tempio romano esistente in loco: reperto archeologico oggi custodito nella villa Censi-Mancini di Albacina di Fabriano.
È l’ipotesi più razionale che si possa fare alla luce di tale rinvenimento.
Ma nella stessa direzione ci porta anche e soprattutto una naturale considerazione sulla titolazione della chiesa parrocchiale del paese: S. Maria sopra Minerva, come si leggeva sul fronte della stessa.
I vocaboli sembrano dirci che i primi cristiani del luogo eressero una chiesa, alla quale dettero il titolo di Maria, sopra un preesistente tempio dedicato alla dea romana Minerva, dea della sapienza e protettrice delle arti pacifiche e, cioè, degli artigiani e degli artisti.
L’interpretazione non dovrebbe sorprendere più di tanto.
Era molto frequente che ciò accadesse nel passaggio dal paganesimo alla cristianità.
Si pensi (è solo per fare un esempio locale) all’erezione (prima metà del sec. XIII) da parte di S. Silvestro Guzzolini dell’eremo di Montefano, proprio sul luogo dove si celebravano culti idolatri e pagani, dopo averne ovviamente distrutto ogni vestigia.
Se l’ipotesi proposta e vera, come necropoli e ruderi di antichi edifizi testimonierebbero, afferma il Manci (Tito Vezio Manci “Da S.Romualdo a S.Silvestro”, Fabriano, 1939), si deve necessariamente giungere anche ad un’altra convinzione e, cioè, che nella sua immediata preistoria (quando le notizie non sono assolutamente certe), il paese non aveva un nome preciso e, comunque, non certamente quello di “Castelletta” che è successivo come se vedrà tra poco: esso doveva essere un agglomerato di abitazioni, un villaggio, probabilmente un insieme di poche casupole sparse e niente di più.
Poi col tempo si formò la primitiva borgata o villa, che fu edificata con molta probabilità dalla popolazione delle pianure (non esclusa quella tuficana), cacciate dalle continue invasione barbariche e stanziatesi in quel luogo (a levante di quello che sarà poi detto di “Rovellone”), in quanto ritenuto inaccessibile e comunque lontano dalle vie normalmente percorsi dagli eserciti.
La menzione di “Castelletta” è rintracciabile per la prima volta nel 1292, nella pergamena di S. Vittore n. 419, relativa ad una causa tra il Comune di Fabiano e il monastero di S. Vittore intorno a certi confini, parte dei quali era rivendicata anche da Serra S. Quirico. In tale occasione furono interrogati numerosi testimoni, tra cui fr. Beniamino di Rainero da Rovellone, testimoni che menzionarono i vocaboli: “sasso revello, fossatum vernini, S. Bartolomeo de foce, Vallemania (Valle Magni), Valle Jobbula (nei presi di Castelletta), fossatum scarcafolli ecc.”. In nota è riportata anche la “declaratio finium (del 1452) inter Serram Sacncti Quirici et castrum Precicchiarum, Revellonis et Castellectae ac etiam Perosariae comitatus et distuctus Fabriani”.
Considerando, inoltre, che il toponimo (per il limitato nucleo dei primi abitanti e la stessa contenuta dimensione del primitivo villaggio) è verosimile un diminutivo del vocabolo medioevale “castellum” (castellettum) ed essendo esso stato eretto, come detto, dopo il Mille (verso il 1100 per l’esattezza), evidentemente il paese assunse il nome che tuttora ha in epoca alto-medioevo.
Ed è in tale periodo che ha inizio la storia vera e propria di Castelletta, territorio estremo un tempo del ducato di Spoleto, poi staccatosi per essere incorporato nel ducato di Camerino, dal quale dipese per secoli anche ecclesiasticamente.
L’essere in pratica una zona di frontiera giustificata in parte la presenza di una fortezza e di una torre di avvistamento con relative guardie per la difesa dei confini.
A Castelletta furono uniti ed in un certo senso conglobati, in precisi tempi, e giuridicamente dipendenti i seguenti territori:
- Bogata o villa di S. Pietro
Km 23 ca. da Fabriano – Km 2 ca. da Castelletta – mt. 453 s.l.m. - Borgata o villa Valgiobola
Km 18,5 ca. da Fabriano – Km 3,5 ca. da Castelletta – mt. 445 s.l.m. - L’Eremo di Grotta Fucile
Km 17 ca. da Fabriano – mt. 470 s.l.m.